Renzo Emili
Novembre 2017
Finalmente prende corpo anche in Italia l'idea della costruzione e sviluppo di sistemi di trasporto ferroviario rapido di massa a livello locale e regionale basati anche sulla valorizzazione di infrastrutture ferroviarie sottoutilizzate o abbandonate, i famosi "Rami Secchi" di antica memoria.
Sembrano sostanzialmente questi i contenuti dell'accordo sottoscritto in questo mese dalle Ferrovie dello Stato Italiane (FS) e la Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Con l'accordo FS e CDP intendono identificare e promuovere progetti di ampliamento di infrastrutture esistenti o nuove realizzazioni inerenti la trasformazione della mobilità urbana, conseguente al fenomeno della "Urban Trasformation" in atto anche nelle città italiane (confrontare con capitolo di questo sito: " Tram and Light Rail Transit in modern urban mobility systems ").
Nel tempo il gap infrastrutturale da colmare in Italia è divenuto infatti sempre più rilevante. In Italia il trasporto su ferro soddisfa solo il 36% del fabbisogno di mobilità locale, mentre ad esempio Germania, Francia e Regno Unito superano il 60%.
Da quanto si apprende dalle notizie giornalistiche, Il programma di rinnovo e costruzione di nuovi impianti sembrerebbe partire dalle aree di Milano e Roma, e a seguire Napoli e le altre aree a rischio smog e traffico.
Parigi- Esempio di un nodo di raccordo della RER ( Réseau Express Régional, ossia Rete Espressa Regionale) con la rete ferroviaria francese SNCF (Société Nationale des Chemins de fer Francais).